Perché odio i saldi
- Chiara
- 8 ago 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Questa è la domanda che spesso mi viene posta dai miei clienti. “Perché odi i saldi? In fondo, ti svuoti i magazzini!”. Questo è un punto di vista ottimale, l’unico che mi spinge a farli, ad essere totalmente sincera. Ma… perché li odio?
La realtà dei fatti non è quella che ci si aspetterebbe. Il problema non è il dover/voler scontare i prodotti! No, assolutamente! Ve lo spiego con un esempio. Avete presente quelle belle librerie ordinate? C’è chi le sistema in ordine di altezza dei libri, chi in ordine di colore, chi per casa editrice, chi, come me, per lingua o argomento (ma questa è una psicopatologia con cui convivo. Non vorrete mica mescolare un manuale in inglese sul nazionalismo con un saggio in bosniaco sull’assedio di Sarajevo?). Poi un giorno state cercando un libro, e alla fine vi ritrovate con il caos generalizzato ovunque e sapete che ci vorranno mesi per ritrovare il VOSTRO ordine. Lo stato d’animo che vi assedia è quello della disperazione unita all’isteria nervosa.
Bene. I saldi sono questo e le sensazioni sono le stesse! Il negozio, prima ordinato, diviso per colore, con tutte le borse al loro posto e i cassetti ordinati, si trasforma nella succursale di un magazzino di un colorificio. Tu ci provi a riordinare dopo ogni cliente, ma lo sai che è inutile… perché alla fine ti troverai le borse messe nei posti più assurdi e impensabili. Arrivi anche a domandarti se, per sfuggire alle mani delle clienti, esse prendano vita propria. Quegli articoli, prima ambiti e desiderati dalle clienti che fissavano le vetrine, ora vengono tirati giù distrattamente dagli scaffali da mani annoiate. È desolante. È come una pugnalata.
E non stiamo a parlare delle vetrine. Io ci tengo alle mie vetrine. Ma, quelle stesse vetrine che, in tempi normali, sono curate per colore nei dettagli, ora sembrano un battaglione punitivo di una legione straniera o, talvolta, una vera guerra di trincea con tanto di punti di osservazione. Non sto lì a dirvi che sensazioni provo quando le guardo. Talvolta le sfuggo, come fossero dei grossi aracnidi pelosi. Passo con il cuore distrutto, metto una mano davanti agli occhi e cerco di non guardarle. Perché, se per sbaglio mi ritrovo a guardarle, mi ritrovo a fare la danza della pioggia invocando la fine dei saldi.
E lì, alla domanda “Quando ti arrivano le cose nuove?” mi scappa volentieri un “Spero presto” con aria mesta e sofferente.
Ecco i saldi. E posso solo dire che mi manca da matti il mio negozio sorridente! Sì, ora sta piangendo la cartella colori del mio imbianchino! Ecco!
Comments