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i condor da offerte

  • Chiara
  • 4 giu 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Come ogni anno siamo a giugno, purtroppo questo momento arriva puntualmente senza possibilità di fuga. Giugno. Sole. Mare. Vacanze. Saldi. Abbronzatura. Cocktail. Stop, fermi, alt. Tornate indietro. Saldi? Ho detto saldi forse? Ebbene sì, non è un refuso. Saldi. Saldi. Saldi. Quella parola che, come sapete bene, mal sopporto. Invero i voi-sapete-cosa cominciano tra un mese, tuttavia cominciano già ad intravedersi per le strade i “condor delle offerte”, come li chiamo io. Questi soggetti che si mimetizzano molto bene in mezzo a noi, li riconoscete perché hanno il telefono sempre pronto per segnarsi i prezzi di ciò che stanno puntando, salvo poi dimenticarsi il negozio o l’articolo stesso. “Avevo visto una borsa che costava xyz” è la frase mantra per riconoscere a posteriori questi soggetti. E tu, commessa, non puoi fare altro che guardarli con terrore e cercare di spiegare loro che non sei un computer e non ti ricordi assolutamente il prezzo di ogni singola cosa che hai (o avevi) in negozio. Dopo aver intavolato una discussione senza esclusione di colpi, arrivi finalmente a capire cosa volevano e non sai come dire loro che l’hai venduta. Ebbene sì, vendiamo qualcosa anche senza saldi! E qui ci va un rullo di tamburi come minimo. “E non le arriva?” è la risposta tipica del condor da offerte, che vorrebbe che tu gliela ordinassi, la pagassi a prezzo pieno e poi gliela vendessi in saldo. Poi magari pacchetto (ma non ha una bella carta con i fiorellini? Anzi no, ripensandoci preferirei dei sederini di Corgi con sfondo viola. Sicura che non ce l’ha???), fiocco (ma di quel colore lì perché l’altro non le piace, non può farlo più grande? O più lungo? E bicolor?), profumo (non ne ha uno diverso, più femminile??), sacchetto, anzi due perché mio marito non deve vederlo, tanto è tutto compreso nel prezzo no?

Devo confessare che talvolta è un periodo molto divertente perché ti rendi davvero conto che il mondo è un luogo meraviglioso, popolato di entità multiple splendide che ti ritengono un pezzo dell’arredamento del negozio, inanimato e, come tale, inabile alla masticazione e ingestione di cibo. Credo di averlo fatto presente a qualcuno un giorno che, paradossalmente e in maniera del tutto inattesa, io mangio e, per poterlo fare, devo lavorare. Seguendo questo ragionamento è facile supporre che mi venga molto difficile scontare ulteriormente ciò che già è ormai scontato fino al prezzo di costo.

In questi giorni sono inondata di domande bellissime, quelle che ti fanno risplendere le giornate. “E questo a quanto lo metti in saldo??”… che dolce pensiero, non trovate anche voi???


 
 
 

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