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IL MITO DI QUANTO

  • Immagine del redattore: Chiara Dibby
    Chiara Dibby
  • 27 apr 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Stamattina voglio raccontarvi una new entry della mitologia classica, un mito poco noto, ma molto ben radicato: il mito del QUANTO. Tenterò di spiegarvi nel miglior modo possibile questa leggenda metropolitana, ma ricordatevi bene che è un mondo sommerso, nascosto, difficile da comprendere.

Per prima cosa, bisogna tener bene a mente che nell’antichità esisteva un Dio, il Dio Quanto, una divinità nascosta e invisibile, di cui tutti hanno sentito parlare ma pochi hanno avuto modo di toccarla con mano. Questa entità immateriale era solita impossessarsi delle persone, diventare tutt’uno con loro e spingerle oltre i propri limiti, in ogni campo. Inizialmente, per la popolazione sembrava una benedizione, un modo per sfidare se stessi e rischiare laddove si era immobili. Sempre più spesso, le persone parlando raccontavano le proprie azioni, molto diverse dal proprio comportamento reale e normale. Ogni abitudine andava distruggendosi e ogni persona cambiava in maniera sostanziale, ma solo per brevi periodi, il tempo giusto per sfidare qualche proprio limite o paura. Sempre più spesso, si udivano discorsi tronchi nelle taverne, discorsi quasi sussurrati di cui si udiva spesso “Quanto mi ha… Quanto mi fa…” correlati di dettagliate descrizioni delle proprie prodezze. C’è chi era riuscito a sfidare il proprio nemico, chi aveva conquistato l’amore della propria vita, chi si era battuto contro i propri carcerieri e via dicendo. Continuò così per molto tempo, di cui non si ha memoria precisa, finché un giorno arrivò la Dea invidia. La gente cominciò a essere invidiosa e gelosa delle prodezze altrui, fino al litigio e alla lotta costanti, persino nelle piccole cose. La lotta tra Quanto e Invidia divenne così feroce che i due decisero di sfidarsi a duello. Quanto, troppo sicuro di sé e coraggioso, perse la battaglia e Invidia, non avendo più un motivo per esistere, svanì.

Dopo poco tempo, la gente dimenticò il Dio tanto amato, ma rimase come un intercalare comunitario sulle labbra di tutti, dimentichi del reale significato dell’accezione. “Quanto mi fa?” è diventata così una delle frasi più pronunciate e mal utilizzate nelle vie delle nostre città, utilizzata dalle persone ignare del suo reale significato.

Lasciamo cadere questa frase nell’oblio, suo posto naturale. Se c’è un prezzo, sarà quello. In questi tempi difficili molti negozi non hanno aumentato i prezzi, sobbarcandosi, finché possibile, gli aumenti, che ci sono per tutti. Ne va di conseguenza che se già non hanno aumentato i prezzi e hanno, tuttavia, avuto aumenti, non possono materialmente farvi sconti. Per ovvi motivi. Se alla domanda “Quanto mi fa?” viene data una certa risposta, domandare “Mi toglie qualcosa?” seguito da “beh ma tanto mi fa un sconto, vero?”, accompagnata da mille altre domande dello stesso calibro e tentativi di depistaggio emotivo quali perdita del lavoro, aumento delle spese e mille altre cose, NON SERVE A NULLA. Vi svelo un segreto: anche i commercianti mangiano. Ricordatevi sempre una cosa, i prezzi sono aumentati per tutti. Forse, quando vedete che qualcuno non ha aumentato i prezzi, bisognerebbe ringraziarlo, perché sta rinunciando a molto per andare incontro ai clienti.

 
 
 

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