“Ma se io vorrei …” (Volessi, per favore, volessi!) “… se vorrei X, ma al prezzo di Y?”. Se VOLESSE X al prezzo di Y sarebbe un vero problema esistenziale e cruciale delle nostre vite. Perché se X ha il prezzo di X e Y ha il prezzo di Y, ci sarà un perché, immagino. Congiura mondiale? Dittatura commerciale? Fregatura dietro l’angolo? Ai posteri l’ardua sentenza e nel frattempo andiamo avanti.
“Eh ma a me piace X, ma Y costa meno e quindi voglio pagare X al prezzo di Y!”. La mia maestra delle elementari, reduce dall’orrore grammaticale di poc’anzi, che l’ha spinta a infilare la testa sotto il lavandino per riprendersi dal trauma, diceva sempre che l’erba voglio non cresce neanche nel giardino del re. Come la mettiamo?
“No, mi dispiace. I prezzi sono prezzi di listino delle ditte/artigiani e dipendono dai materiali e dalla lavorazione del prodotto. Signora, X è fatto in Piemonte, a mano, ed è un prodotto in cuoio. Y è in fintapelle fatto in Cina!”.
“E non possono fare X in Cina?”. Ed ecco a voi un suicidio commerciale e psicologico servito su un vassoio d’argento proprio davanti ai vostri occhi, il tutto per 10 euro di differenza (nonché anni e anni di durata, ma questa è un’altra storia…).
“NO”.
“Eh ma io voglio x ma voglio spendere meno. Quindi lei deve farmi uno sconto di 10 euro… tanto poi devo venire a comprare un portachiavi tra qualche mese!”
Ah e quindi il regalo alla fine devo farlo io??? Questo interrogativo, come molti altri, resterà per sempre senza una risposta.
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