L'importanza di un grazie
- Chiara
- 28 ago 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Credo sia ormai una galanteria dimenticata o pressoché ignota quella del grazie. Una rarità. A volte mi interrogo sulle conseguenze nefaste di tale gesto, sui risvolti negativi a me del tutto sconosciuti. Nella mia ignoranza probabilmente sono sempre andata contro corrente, rischiando forse di essere risucchiata in un buco nero. I buchi neri risucchiano o attirano o che cosa? Eccola l’ignoranza… lo ignoro proprio, non è il mio campo, suvvia, come son sempre stata una capra in matematica e non provate a togliermi la calcolatrice! Però, penso che un “per favore” e un “grazie” siano come un biglietto da visita che ti fa partire con un punto in più (o anche due o tre!). vi faccio un esempio… provate a immaginarvi in un negozio ed entra una coppia e uno dei due vi dice: “Voglio un trolley!”. La risposta immediata che mi viene in mente è “Buongiorno anche a voi! Desiderate vedere un trolley?”, poi devo trattenermi ma… un buongiorno non si nega a nessuno credo, soprattutto quando entri a casa di altri. NO? Già un “Vorrei vedere un trolley, per favore”, mi predispone già molto meglio! Non trovate? La mia risposta diventa già “Buongiorno! Sì certo subito! Aveva già in mente una misura oppure guardiamo un attimo le differenze per decidere e poi vedere le alternative?”. Se poi, invece, l’approccio è del tipo “Buongiorno signorina! Siamo venuti a trovarla perché stiamo pensando di vedere dei trolley per capire cosa ci serve… ecc” non partireste già con un sorriso, voi? Io sì. Non trovate?
La stessa cosa vale per tutto… anche un semplice “Riesce per favore a farmi un pacchetto? Grazie” invece di “E di questo mi deve fare il pacchetto!” cambia ogni prospettiva, non trovate? Non vi mette voglia di farlo ancora più curato e bello?
Probabilmente siamo così entrati nella sterilità degli acquisti distaccati via web o nelle catene, che abbiamo perso la semplicità dei contatti tra persone e non ci accorgiamo più che dentro ogni negozio c’è una persona (o più persone) che non sono parte del mobilio di questo, ma sono persone con la propria vita al di fuori, la propria famiglia, i propri problemi e le proprie gioie e che non sono assolutamente obbligati a sorriderci o essere gentili, ma semplicemente vogliono esserlo. Vi siete mai accorti che se entriamo in un negozio e facciamo un sorriso alla commessa stanca per le tante ore in piedi, anche lei ci sorride a sua volta e cerca di esserci d’aiuto, ove possibile? E poi, alla fine della vendita, lei è più serena e lo siamo anche noi?
E comunque quando mi ringraziate per ciò che è il mio lavoro, come fare un pacchetto o smontare mezzo negozio per mostrarvi ciò che mi avete chiesto: mi fate commuovere! E non vi preoccupate di proporvi di aiutarmi a rimettere a posto (come molti di voi fanno!), non esiste che voi mi aiutiate! Questo è il mio lavoro e sono ben felice di riordinare tutto!
Ripeto il mio motto… adottate anche voi una commessa e regalatele un buongiorno e un grazie, le regalerete il sole in una giornata di pioggia!
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