Spesso molti di voi mi chiedono come è andato il Natale. .. è difficile dare una risposta netta e sicura. Vi risponderò, come al solito, a modo mio e quindi nel miglior modo che mi è attualmente possibile. Il Natale è stato come uno di quei pezzetti di pop corn al cioccolato che ti rimangono attaccati ai denti. Puoi lottare, contorcerti, divincolarti come un vermiciattolo, ma alla fine vincerà lui e tu lo lascerai vincere perché, in fondo, vai matta per il cioccolato, per i pop corn e per tutto ciò che non dovresti mangiare (e proprio per quel motivo lo fai, irriverente!). Come quando sei felice di andare a passeggio al parco col cane, in una bellissima giornata primaverile, e, poco dopo, lui decide di improvvisarsi esperto scavatore e architetto e ti riversa in faccia tutto il fango (e non entriamo nei dettagli) presente in metri e metri di erba.
Chi mai si sarebbe aspettato di arrivare all’ultimo giorno di apertura, alle ore 11.00 e annunciare “Io oggi pomeriggio mi rifiuto di aprire!”??? . Nessuno, appunto. Neanche io. Eppure l’ho annunciato con tutta la forza che avevo in corpo e… poi sono stata molto miseramente spedita a bermi una tisana rilassante e a fare venti minuti di Yoga. Il che mi ha consentito di arrivare alla fine della giornata sull’orlo di un esaurimento nervoso, con solo voglia di lanciarmi a letto e non dover più dire a nessuno di tirarsi su la mascherina. In caso contrario, credo che mi avrebbero rinchiusa alla neuro deliri il pomeriggio stesso.
Non mi sarei mai aspettata di ritrovarmi qualcuno in piedi in mezzo al negozio nel bel mezzo di una dissertatio, e, a dire il vero, non pensavo neanche che mi sarei mai trovata davanti qualcuno in piena crisi isterica che, tra urla e strilli, si rifiuta di indossare la mascherina e, al contempo, si rifiuta di uscire. In quel momento credo abbia prevalso lo stupore. Cioè, siamo su Candid camera? No. Corso Belgio, Torino.
Allo stesso tempo, non ho mai immaginato di potermi ritrovare con una mascherina indosso tutto il giorno, con le mani distrutte dall’igienizzante, con perfino i capelli (oltre a tutto il negozio) che odorano di amuchina e alcool a dover supplicare qualcuno di tenere per 5 minuti una mascherina, mettere l’igienizzante prima di lanciarsi sopra a cashmere e borse in pelle e di non lanciarsi addosso a me o ad altre persone.
D’altro canto è stato anche un Natale di clienti affezionati che venivano a salutare e fare gli auguri, nel pieno rispetto di regole e convenzioni fatte per il benessere di tutti. Con il cuore li ringrazio, come ringrazio tutti quelli che ancora oggi vengono a dirmi che, nonostante ci sia Amazon, preferiscono venire da me. Ringrazio le nonne e le mamme che portavano i bambini in “gita” a vedere il nostro albero di Natale, come ogni anno: un rito ormai consolidato. In fondo, è stato per loro che ho preso la decisione di fare ugualmente tutto l’allestimento e le vetrine, nonostante l’annata un po’ così… È stato un periodo di gelo e caldo allo stesso tempo, appunto, come dicevo, come il pezzetto di pop corn al cioccolato di cui non puoi fare a meno.
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