Tirare su la serranda dona sempre un certo non so che. È come aprire un libro nuovo, sollevando la copertina e restare in attesa dell’incipit per scoprire in quale mondo verrai trasportato, volente o nolente. Ci sono libri divertenti e libri che ti spaventano al punto da non dormirci la notte. E qui è la stessa cosa. Quando apri la porta, spingi la maniglia ormai rovinata dall’alcool e… poi è una sorpresa. Non sai mai cosa capiterà. L’unica cosa di cui sei tristemente consapevole è che tutto dipende dal primo cliente. Lui segnerà inesorabilmente tutta la giornata. Non resta che aprire e sperare.
Igienizzante sparso ormai ovunque, fin sulla punta dei capelli, mascherina che dà quel tocco di “cane mordace con museruola”, tranne per qualche breve attimo in cui la sollevi e finalmente inspiri l’aria, come se stessi riemergendo dall’acqua per poi ributtarti negli abissi. In quegli attimi fugaci ti ricordi di avere qualcosa sotto gli occhi, che il tuo viso non finisce lì, e ti guardi allo specchio dicendo: “Ma davvero sei uscita così di casa stamattina? Hai ancora il segno del cuscino sulle labbra!”. Straccio alla mano, alcool nell’altra e… l’ho già detto che intanto cercavo di respirare? Profumata all’”eau d’amuchine” come se ci avessi fatto il bagno, sono entrate due nonnine simpaticissime a salvarmi dall’ennesimo bagno di alcool e igienizzante. Miracolo fu. Niente lamentele sull’igienizzante, nessuna polemica su italiani o non italiani, giovani o anziani, scuole o mezzi di trasporto, ma sono un bel sorriso e un “Buongiorno tesoro” che ti riscalda la giornata. E, a quel punto, sparisce l’odore di alcool, la pelle secca donata dall’igienizzante, il pavimento scivoloso per l’ennesimo passaggio di “non so che”, per purificare dai piccoli virus saltellanti, che passeggiano per il corso aspettando solo l’apertura della porta per nidificare. Persino il diffusore sembra non riempire più l’aria di essenza purificatrice, degna di un ospedale, ma quasi un profumo. Mi sembra quasi di riuscire a sentire di nuovo l’odore del cuoio delle cinture con una punta speziata donata dai copertoni e dalle camere d’aria: il profumo di casa.
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