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Un negozio tuttofare

  • Chiara
  • 1 ago 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Siamo ad agosto, tempo di mare e di vacanze. Forse. Per qualcuno sicuramente sì. Certo che fa caldino oggi, eh? Per gli altri intendo, per qualcuno si sta appena bene (ad esempio per me) ma questa è un’altra storia.

“Buongiorno!” dice una voce alle mie spalle mentre serenamente passo l’amuchina sui banconi e piano piano, con santa pazienza, cancello, ad uno ad uno, tutti i numeri del pos, per il troppo lavare.

“Oh buongiorno!” rispondo posando stracci, barattoli, tutto l’armamentario primavera-estate 2020, e infilo di corsa la “museruola” che avevo tolto per respirare qualche minuto.

“… vorrei comprare il ventilatore che ha in vetrina!”.

D’un tratto il panico. Con noncuranza butto un occhio sul biglietto da visita del negozio, ‘No. Il grafico non ha sbagliato a scrivere’, di sti tempi non si sa mai. Ripasso mentalmente l’insegna, il sito internet (‘eppure ero convinta di aver caricato solo ieri i nuovi arrivi dei guanti’), la pagina face book pensavo di averla aggiornata con le foto dei portafogli. Non resta che guardare la vetrina incriminata: valigie, beauty, portafogli, cinture, zaini e cartelle porta pc. Tutto nella norma.

“Mi spiace signora, credo che si sia confusa di negozio.. è normale, capita anche a me!” sorridendo “Non sa che pasticci combino talvolta”.

“Signorina! Possibile che non sappia cosa vende?!” (‘Me lo sono domandato anche io tante volte, mi creda’) mi sgrida mentre io continuo a fissarla sfoderando gli occhioni da Bambi, teneri e spaventati. “Vada a guardare nella sua vetrina!” insiste.

L’avvicinarsi alla vetrina non cambia di molto le cose. La fata smemorina è momentaneamente in vacanza e non fa apparire il ventilatore miracolosamente. Dovrò richiamarla all’ordine. Ma ora come mi levo da questo impiccio?

“Ehm… signora… io non vendo ventilatori… questa è una pelletteria valigeria …” imbarazzo alle stelle.

“Ma come no?! E allora perché ne tiene due in vetrina?”… ecco, me lo stavo giusto domandando anche io. Probabilmente i portafogli hanno caldo e devo dar loro un briciolo di refrigerio.

“Due? Ma non ci sono ventilatori… altrimenti sarebbero già volati via tutti i prezzi…” mi scavo una fossa che faccio prima…

“Ma sì, guardi!” dice infilandosi in vetrina. Assesta un calcio ad una cartella, sposta con la delicatezza di un felino tutti i beauty, calpestando i prezzi (precedentemente dispersi col calcio) e, infine, si lancia sui faretti accesi cercando di sradicarli dalla pedana.

“Venga giù signora, che rischia di farsi male con la pedana alta. Quelli sono faretti…” dico dolcemente cercando di aiutarla a scendere senza diventare tutt’uno con il pavimento, alla faccia del Covid.

“E quindi non me li vende????”

“In questo momento servono a me… se va qui dietro, trova un elettricista che saprà consigliarle quali faretti acquistare per il suo appartamento. Vedrà che si troverà bene!” suggerisco con, ormai, una paresi facciale.

“AHhhhh quindi lo compro lì il ventilatore? Che cara ragazza!”

“Sì, signora! Poi corra subito a casa che fa tanto caldo….” Dico aprendole la porta e indicandole la strada da fare.

“Eh grazie… lo sto patendo molto il caldo quest’anno!” Come darle torto.

Tutta sorridente si avvia lungo il corso ed entra in cartoleria.

Dieci minuti dopo ricevo un messaggio dalla ragazza della cartoleria “Perché diavolo l’hai mandata da me per un ventilatore?”. È una lunga storia amica mia… lunga….


 
 
 

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