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una convivenza difficile

  • Chiara
  • 7 ott 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Come avrete notato ormai da mesi, anche qui da noi abbiamo introdotto delle nuove regole di convivenza pacifica, non del tutto disinteressate a dire il vero. In effetti, anche io ci tengo alla mia salute: inaudito!

Prima di tutto ci tengo a dire che per tutti è pesante seguire le regole, un po’ per puro spirito di contraddizione, un po’ perché ci sembra di essere tutti portatori di qualche virus letale che ci rende meritevoli di essere inseriti in una camera sterile distanziati da chiunque altro oppure direttamente in un girone dell’inferno mentre Beatrice ci guarda ridendo dal suo posto (non meritato in alcun modo) nell’alto dei cieli. In secondo luogo, dovreste vedere come sono splendida quando arrivo a casa la sera, con l’eau d’amuchine che mi profuma i capelli, le mani all’aroma di igienizzante e i vestiti macchiati di prodotti vari di cui non ricordo neanche il nome. D’altronde le mie giornate sono scandite in maniera molto netta e poco fantasiosa. Il profumo di pelle che sento entrando in negozio viene subito coperto dall’amuchina sparsa un po’ ovunque, mentre mi rovino le maniglie della porta e il laminato. Avete notato come l’amuchina renda opachi e sporchi i vetri? Così, per dire, il mio bancone è in vetro…

Il cliente suona alla porta. Mannaggia a me che sono in soppalco. Mascherina! Ricky che abbaia come un pazzo, neanche avesse visto Lupin alla porta con un bazooka in mano. Apro il cancello, lo tengo dalla pettorina, mi faccio azzannare la mano perché deve proteggermi e io non glielo lascio fare, gli chiudo il cancello davanti al muso (mentre mi inonda di insulti come fossero caramelle). Finalmente apro sorridendo al cliente, ah già ma il sorriso non può vederlo perché indosso la museruola, mentre il cane continua ad insultarmi pesantemente.

“Buongiorno!” dice la voce davanti alla porta, sovrastata dalle urla del cane arrabbiato con me.

“Buongiorno! Mi scusi, ora la smette di abbaiare, le chiedo scusa…” dico mentre il cliente entra senza mascherina, scartando con l’agilità di un velociraptor i tre cubi idea contenenti guanti monouso e igienizzante formato famiglia con tanto di cartello.

“Buongiorno a lei! Mi scusi le devo chiedere di infilare la mascherina, altrimenti non posso…” dico, interrotta dalle lamentele.

“Ma anche qui con sta pagliacciata? L’ho lasciata in macchina… ma tanto faccio in fretta”.

“Dovrei chiederle di andare a prenderla… onestamente non ho intenzione di prendermi una bella multa.”

“Non sono mica un appestato!”

Torna dopo 5 minuti, non avendo mai smesso di lamentarsi per questa mia mancanza di rispetto, scartando nuovamente gli enormi cubi ikea situati di fronte alla porta di ingresso, in modo da sbatterci contro testa, mani, corpo, per poter entrare.

“Ehm… mi scusi nuovamente ma dovrebbe igienizzarsi le mani, come sto facendo io…” dico, fulminata all’istante dal mio quasi ex cliente, ormai esasperato dalle mie richieste, mentre anche io mi igienizzo le mani per la cinquantasettesima volta nella mattinata.

“Non vedo l’igienizzante da nessuna parte!”

“è proprio lì a un passo esatto dalla porta d’ingresso, è quello che ha scartato evidentemente per entrare… è bello grosso…”

“va bene” dice tirandosi giù la mascherina come fosse una collana.

“Benissimo… però dovrebbe tirarsi su la mascherina, come ce l’ho io… deve proprio tenerla a coprire naso e bocca…”

“Tutti con ste cavolate… non si può più entrare da nessuna parte!”

Amici. Vi capisco. Talvolta non la sopporto neanche io la mascherina, anzi, è raro che io riesca a reggerla senza farmi venire una crisi isterica. Le mie mani la sera fanno schifo e la pelle è tutta tagliata… ogni volta che entra qualcuno mi igienizzo anche io e, se entra subito dopo un altro cliente, mi igienizzo di nuovo, poi igienizzo tutti i banconi, le maniglie, il barattolo di igienizzante e il pos ad ogni ingresso. Immaginate in che condizioni sono la sera quando arrivo a casa. Però io voglio seguire le regole per un vivere insieme civile e sano, per il vostro bene e anche per il mio e per quello della mia famiglia. In fondo non chiedo di ballare la macarena in vetrina travestiti da renna di Babbo Natale, ma solo di indossare la mascherina e igienizzarsi le mani. Facile, no?

 
 
 

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